24/30 - altruismo e lungimiranza (nell'ordine che preferite)

ci sarà una volta un mondo fatato in cui, con altruismo e lungimiranza, si prenderanno decisioni e si adotteranno comportamenti che avranno un orizzonte temporale di valutazione un po' più ampio della mezz'ora.

o forse no.

mi accade sempre più spesso di scambiare opinioni con persone della mia età, o sovente anche più grandi, e rimanere abbastanza disturbata dal loro atteggiamento.

e il disturbo, quasi sempre, riguarda la loro visione del futuro, o meglio la loro non-visione.

non starò qui a profondermi in lamentosi pipponi e luoghi comuni su cambiamento climatico, pensioni sempre più inarrivabili, sistema sanitario moribondo e altre piacevolezze. ma la sostanza, di fatto, è questa.

a quasi nessuno, diciamo dai sessant'anni in su, importa qualcosa del deserto di prospettive che lasceremo ai nostri figli e, peggio ancora, se mai ne avremo, ai nostri nipoti.

e questo, udite udite, non solo da parte di chi magari figli non ne ha (figurarsi nipoti) e pensa fra sé e sé: forza pianeta, forza inps, reggete ancora venti o venticinque anni, che io poi sono a posto per l'eternità...

no. la stessa incoraggiante visione mi è stata più volte offerta anche da chi avrebbe concreti e viventi motivi per essere preoccupato di come si vivrà e se si vivrà - che ne so- nel 2070 (non fra qualche era geologica, quindi).

le mie figlie, per esempio, in quel bel momento avranno rispettivamente 70 e 67 anni. mi auguro che siano ancora su questa terra, in letizia e buona salute, magari con dei figli e dei nipoti. vorrei che potessero vedere ancora la neve, che non avessero acqua e cibo razionati per carestie e siccità, che non dovessero tormentarsi con 40 gradi all'ombra in febbraio, che non vivessero nell'angoscia di dover lavorare ancora per chissà quanti anni prima di potersi riposare e, magari, fare a loro volta le nonne.

ma capisco, disturbata, che questo pensiero non è nella lista delle urgenze di molti. anche di alcuni miei illuminati parenti, purtroppo.

Commenti

  1. Siamo tutti a raggio corto ormai. Io che impallidisco quando il mondo decide di tagliare l'emissione dei gas serra nel 2035.. scadenze a lunghissimo termine sperando che qualcosa si aggiusti forse da sola.. Pensiamo al massimo al domani, all'oggi pomeriggio, navighiamo a vista. L'orizzonte lontano non ci interessa o, inconsciamente, sappiamo che non lo vedremo.

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    1. è questo il problema, non interessa perché non lo vedremo noi. se lo vedranno i ragazzi di ora, pazienza...

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  2. Ricordo che, nel 2020, quando raccontavo a mio padre delle rinunce alle quali erano costretti i miei ragazzi (quindi i suoi nipoti, non estranei) lui mi diceva che per lui era più grave, perché poteva essere la sua ultima estate e non poteva andare al mare. I vecchi diventano egocentrici, quando non egoisti, e non vedendo oltre la settimana prossima, non fanno programmi a lunga scadenza. Quello che vogliono, lo vogliono adesso perché domani potrebbero non svegliarsi.
    Per questo è folle affidare incarichi agli ultraottantenni, penso a Amato presidente della "commissione algoritmi"...

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    1. e taccio su di noi, generazione sandwich che non riesce a godere dei benefici dei vecchi ma non ha più l'età dei giovani per poter sperare in qualcosa di meglio domani.

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  3. Ecco, per tornare a bomba. Al telefono coi miei vecchi, racconto del freddo fuori e dentro casa: col riscaldamento condominiale, più di 19°C non si raggiungono.
    "Ah no- commenta mio padre- la mamma aveva freddo e io ho portato la temperatura a 24°C!"
    E che ce ne frega a noi...

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