tra color che son sospesi

 ho voglia e bisogno di scrivere, alcune volte sembra quasi un'urgenza. 

poi, mi accorgo che non ho nulla di significativo da scrivere. e mi blocco.

riguardo il blog all'indietro, ma molto indietro, e trovo post che potrei scrivere più o meno nello stesso modo anche ora.

molto male... una volta da questo pulpito (nel senso di io, non dal blog) fu detto a qualcuno che ciò che non è in grado di evolversi corre il concreto rischio di estinguersi. e ne sono tuttora convinta, non solo perché ho avuto ragione quella volta, ma perché mi pare che sia così, da che mondo è mondo. ergo, non sto messa bene.

la mia amica, qualche tempo fa, mi ha regalato questo elegante quadernetto



ne ho riempite diverse pagine, e ne ho persino strappate alcune, dopo averle scritte., perché mi sembrava troppo anche per un quadernetto dal titolo che promette riservatezza e protezione.

riflettendo meglio, credo che ci siano cose che - oltre a non potersi dire ad alta voce - non vorrei mai che venissero lette, un domani, da qualcuno.


Commenti

  1. Io vorrei invece che la verità venisse fuori, vorrei essere conosciuta per quella che sono, vorrei essere "vista", come talvolta dici tu. Se ciò che pensi e sei è tanto tosto da non poter neppure essere scritto per paura che qualcuno lo legga, quanto stai nascondendo di te?
    E perché fa paura? Fa paura l'idea di non essere all'altezza delle aspettative degli altri? Come se gli altri fossero sempre all'altezza delle nostre, poi... Scrivi: nomi e cognomi, sentimenti, emozioni, rabbia, gioia, paura, fierezza, disillusione. Scrivi tutto ciò che sei: se non sei trasparente neppure lì dentro, nella riservatezza di un quadernetto, come puoi pensare che qualcuno là fuori ti "veda"?
    Rileggendo quello che hai scritto, non parli di paura. È stata una mia interpretazione: se è sbagliata, ritiro (quasi) tutto.

    RispondiElimina
    Risposte
    1. no, infatti, non si tratta di paura. si tratta di senso di protezione verso persone del tutto incolpevoli di come posso sentirmi alcune volte. anzi, oltre ad essere incolpevoli, sono la parte migliore di me. un giorno, spero lontano, qualcuno troverà quel diario (magari troveranno anche questo blog, di cui sono al corrente ma non credo che lo leggano). perché devo avvelenare e appesantire i loro animi con considerazioni così pesanti anche per me che ho sentito il bisogno di eliminarle? non lo trovo giusto. non aggiunge nulla a me e potrebbe togliere tanto a loro. molto altro, invece, è lì (ma anche qui) da vedere.

      Elimina
    2. Non so... si proteggono le persone che non si ritiene siano in grado di capire o sopportare: pensi questo di chi è la "parte migliore" di te? Ma, protezione a parte, c'è qualcuno (o qualcosa...) che possa dire di conoscerti davvero? Ognuno di noi protegge i propri sentimenti più intimi da sguardi talvolta solo curiosi (è un sacrosanto diritto) cerchiamo tutti di presentarci al nostro meglio, ma non sentirsi liberi di essere spettinati neppure davanti a noi stessi... cosa resta allora di noi se non il frutto delle aspettative degli altri? Peggio: di quelle che riteniamo essere le aspettative degli altri.
      Forse la tua amica non intendeva regalarti un elegante quadretto, forse desiderava regalarti un angolino accogliente e uno specchio

      Vado a riflettere su quale parte di me nascondo perfino a me stessa...

      PS: ai tempi dell'università un mio amico mi raccontava che i suoi non litigavano mai. Alla prima discussione con la sua morosa lui l'ha lasciata. Ero presente, non è una barzelletta

      Elimina
    3. pensi davvero che tutto si possa mettere nero su bianco? l'angolo accogliente ora è solo mio, ma un domani non lo sarà più,. aggiungerà qualcosa, alla vita di chi lo troverà, leggere - nero su bianco, ormai indelebili- dubbi, amarezze, delusioni e quant'altro? perché le gioie si condividono subito, almeno per me, non si chiudono in un quaderno. e si proteggono le persone che si amano, da quel che si può., deboli o forti che siano. perché se lo meritano, proprio perché sono la parte migliore di me.
      e non ho capito la questione del tuo amico...

      Elimina
    4. È stato troppo protetto, non ha imparato che a volte la fatica è tanta ma che si può andare avanti, nonostante tutto. Non ha capito che la normalità val più della perfezione

      Elimina
  2. Il "senso di protezione" si mantiene sempre, anche in un blog come il mio dove con nome e cognome, fatti e misfatti, delusioni e arrabbiature, ma soprattutto bellezza e interrogativi, cerco di essere trasparente, rendermi leggibile, credibile soprattutto, mentre tento di credermi anche io, in mille condizionamenti e infinite debolezze. Poi il senso di protezione resiste comunque, ma i mille "tra le righe" germogliano comunque..

    RispondiElimina
  3. Un blog non è un quadernetto che può essere chiuso in un cassetto...

    RispondiElimina
  4. i "tra le righe", in realtà germogliano da ogni nostro tratto, anche non scritto. dal nostro sguardo, da una nostra risposta, da un gesto. ma quelli passano, magari si dimenticano o vengono superati da altri gesti, sguardi o risposte. uno scritto resta, e pesa.

    RispondiElimina

Posta un commento