c'è crisi

 è da quando sono piccola che sento girare questa frase.

mi ricordo ancora le domeniche a piedi degli anni '70... avrò avuto 5 o 6 anni, le strade di milano incredibilmente deserte e mio padre che diceva "c'è crisi".

a me, non sembrava per nulla una crisi. una volta non c'era l'abitudine di andare via nel fine settimana,  potevo saltare e ballare in quelle strade dove, di norma, nel giro di un secondo avrei fatto la fine di un gatto in tangenziale... non utilizzare l'auto non costituiva un problema, mi pareva che tutto andasse bene. però, gli adulti erano molto seri.

dopo quella crisi, la prima che riesco a ricordare, sono arrivati gli anni di piombo, poi gli attentati di mafia, poi le trattative per gli accordi di non proliferazione nucleare con tutte le collegate tensioni.

siamo sopravvissuti agli effetti (per fortuna alla lontana) di chernobyl, all'impatto del crollo dei regimi comunisti nell'est europa, alla guerra alle porte nell'ex jugoslavia, alle torri gemelle, alle guerre e agli attentati del terrorismo islamico che ne sono derivati.

abbiamo lottato per non affogare nei disastri finanziari del 2008 e in quelli successivi, per non cedere alle più cupe profezie sui due papi e per uscire dalla prima pandemia dei tempi moderni (non ne siamo usciti migliori, nonostante lo sfrenato ottimismo di qualcuno, ma ne siamo usciti).

ora ci troviamo con disastri climatici e incombente fine del genere umano sventolata ogni giorno, che sia per il clima o per le guerre che - di nuovo - bussano alle nostre porte.

dovremmo avere una sorta di immunità naturale, alle crisi. ci siamo nati e cresciuti, le abbiamo attraversate in ogni possibile ambito. mi pare manchino solo gli alieni, ma non è detto che siano peggio del covid e possiamo, comunque, provare a preparare amichevoli striscioni di benvenuto.,

e allora, perché ci sono momenti in cui credo davvero a tutte le peggio ipotesi che tutti si affannano a ricordarci ogni giorno, implacabilmente e senza sosta, passando da un ambito all'altro non appena pare che da qualche punto di vista si aprano spiragli?

c'è crisi, è innegabile. mio padre lo ripeteva anche nei periodi in cui tutto andava oggettivamente bene. 

sarà stato scaramantico? fifone? incapace di pensare positivo anche davanti all'evidenza?

non lo so. però, so che non voglio diventare come lui, come loro, come cercano di farci diventare.

Commenti

  1. Forse le crisi dipendono dall'età di chi ci racconta il mondo

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    1. o da quella di chi ascolta... chi lo sa. le mie figlie non sembrano in ansia per il loro presente o futuro. proprio no.

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    2. Nemmeno i miei. Ma loro non ascoltano, quindi....

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  2. Se siamo diventati obiettivi, consapevoli, seri ma non tragici, realisti ma sempre sognatori, capaci di resistere, passionali e con la cura necessaria per ciò che ci piace, è comunque grazie ai nostri papà, che non si lasciavano abbindolare dal "cicalismo", e si preoccupavano, forse in eccesso, ma sapendo di doverci garantire un futuro agevole.
    Diventare come quelli che vogliono rovinare il mondo, no, concordo.. ma i nostri papà li salverei.. poi ora che mi accorgo di avere tanto del mio papà, dopo averlo criticato una vita.. senza sapere neanche io, che c'era crisi..

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    1. no, per carità, non volevo gettare la croce su mio papà. vero, è sempre stato "prudente" (come dice lui) fino all'eccesso, ma nella norma. trovo davvero pericoloso invece che chi ha responsabilità collettive ben oltre quelle di mio padre riesca solo a mettere in evidenza i pericoli, le catastrofi imminenti e tutto ciò che di negativo potrà capitare da qui alla fine del mondo. che ovviamente è sempre più vicina. io temo che così molti si sentano paralizzati ... oltre che depressi, magari.

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