Switching perspective



immagine dal web

sono una donna, europea, bianca, purtroppo di mezza età, con buona cultura scolasticamente riconosciuta (il livello effettivo non è necessariamente corrispondente), due figlie che non hanno nulla fuori posto, un compagno che mi vuole bene e solo lui sa come fa, una bella casa, una salute che per ora regge, una professione socialmente sopravvalutata... tranne che da chi ritiene gli avvocati appena più affidabili dei rivenditori di auto usate. ma questo non importa.

sono, di fatto, una privilegiata, ed è quindi da questa finestra che i miei occhi guardano il mondo.
potrà essere ingiusto, potrà essere miope o riduttivo, ma è così. e, ovviamente, non è così solo per me.

cosa vuol dire, però, cambiare prospettiva?
vuol dire essere in grado di immedesimarsi in qualcun altro, e quindi guardare le cose dal suo punto di vista? oppure, vuol dire essere disposti guardare le cose in altro modo, pur senza cambiare la finestra da cui le osserviamo?
non credo che sia esattamente identico...

la prima considerazione, del tutto personale, che mi sento di fare è che, per mettersi nei panni di qualcun altro e riuscire anche solo minimamente a intuire come potrebbe essere la sua prospettiva, occorre avere almeno una altrettanto minima conoscenza o esperienza dei panni in questione.
chiedere a qualcuno come me, ad esempio, di adottare la prospettiva di un chirurgo che opera in condizioni disperate in un campo profughi sarebbe solo una prova di stupidità e mala fede: la mia visione della vita non potrà mai (ahimè) essere la sua, e ogni mio tentativo in questo senso avrebbe come unico e inevitabile risultato quello di banalizzare e sminuire la sua prospettiva.

detto ciò, forse potrebbe essere più sensato e fruttuoso il secondo tentativo: guardare alla vita dalla mia finestra, con occhi diversi.
ma diversi da quali?
ogni giorno, come quasi tutti, adotto soluzioni punk per sopravvivere, cerco di adattarmi all'ambiente che mi circonda, e se ho una giornata particolarmente fortunata riesco addirittura a mimetizzarmi, così che nessuno si accorga di me.
ogni giorno, guardo alle mie figlie con occhi di madre, a mia madre con occhi di figlia, al mio compagno con occhi di compagna (cercando anche, spesso invano, di comprendere l'approccio maschile alla vita; ma questo è un altro post), ai miei collaboratori con occhi di professionista e così via.
ho detto occhi "di" e non occhi "da", non è un errore.
e quindi...?
mi sa che passiamo la vita, tutti o quasi, a cambiare continuamente ruolo e prospettiva, ma neppure ce ne accorgiamo.
potrei fare un ultimo tentativo, assurdo e al tempo stesso semplice: essere quella che sono, nel posto in cui mi trovo e con tutto ciò che già ho. ma, uomo.
alla fine, non riesco a immaginare un cambio di prospettiva più radicale.
vorrei? cosa penserei?

non voglio.
e credo di sapere cosa penserei, perché in parte è quello che faccio ogni giorno, da tempo.
perché mi sono abituata a dover spesso pensare (e, soprattutto, agire) contemporaneamente come donna e come uomo,  nella professione come a casa, perdendo inevitabilmente credibilità su entrambi i fronti.
questo estenuante allenamento ha avuto un paio di risultati.
in primo luogo, mi ha sfinito.
in secondo luogo, mi ha donato la consapevolezza che non ho nessuna voglia di cambiare (del tutto) prospettiva, perché mi ha insegnato che l'unico essere in grado di farlo davvero, per necessità o per diletto, magari solo temporaneamente e con molta fatica, è la donna.
e non vorrei essere nulla di diverso.

dopodiché, perché mi pare che nessuno compia lo sforzo di cambiare prospettiva su di me?
così, tanto per vedere l'effetto che fa.


Commenti

  1. "Ah, è così che ci si sente!"
    Se l'hai detto almeno una volta, ecco: sei riuscita a cambiare prospettiva. Non sempre è una bella scoperta ma fa sempre crescere.

    Cambiare prospettiva su di te, dici? Esagerando un po', a me è successo almeno una volta: quando ho accompagnato mio padre nel tuo ufficio per una questione legale e ti ho vista nei panni dell'avvocato... strana sensazione! E' stato come vedere la mia amica, una ragazza poco più che adolescente quindi, diventare improvvisamente un'adulta... è stato buffo ;-)

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    1. non era proprio questo il cambio di prospettiva che avevo immaginato, o anche auspicato su di me... ma forse, effettivamente, non ce ne sono molti altri possibili. quindi, è già qualcosa.

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    2. Suggerisci, sono curiosa...

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  2. chi lo sa... la speranza è sempre che qualcuno veda qualcosa al di là dei ruoli istituzionali di madre e avvocato. ma, se non si vede, probabilmente vuol dire che non c'è.

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