raccontami una storia

una qualunque, purché sia bella.
anzi, forse non mi interessa neppure tanto cosa mi racconti.
mi piace ascoltare le voci.
anzi, ancora di più, forse preferisco non capire cosa mi dici.
mi basta ascoltare il timbro con cui le parole vengono pronunciate, la metrica, l'intonazione.

davvero, ciò che non si fa prima si finisce per fare dopo.
mia mamma mi ha sempre detto che non amavo farmi raccontare le favole.
anche quando non sapevo ancora leggere, preferivo avere davanti un libro e guardarlo... fare da sola, piuttosto che lasciar fare agli altri, anche se con risultati ovviamente deludenti.
sciocca e presuntuosa già da allora.
ho impiegato cinquant'anni per sperimentare il potere taumaturgico della parola in quanto tale, anche al di là del suo significato e della lingua in cui viene pronunciata, al momento di prendere sonno.
dormo male da tanto.
da poco, quando proprio sono in crisi, provo ad addormentarmi con una app di meditazione.
suoni e voci che inducono al relax, non so neppure cosa dicano, e non perché sia difficile capire... mi basta seguire l'intonazione e la nenia, per riuscire a rilassarmi.
strana età, questa, in cui hai quasi la sensazione di dover provare tutto ciò che non hai fatto o apprezzato prima, giusto per avere rimpianti il meno possibile.

Commenti

  1. Che bel post... e quanti temi in poche righe: le voci, il racconto, l'età, i rimpianti. Appena ho un minuto lo commento.

    RispondiElimina

Posta un commento