di alibi e di balene

con buona pace dei miei sbandierati studi classici (e anche di quella degli studi giuridici, direi) lo avevo dimenticato o, meglio, accantonato.
finché, una sera, l'uomo del dire non mi ha riportato alla memoria cosa significhi, al di là del suo più comune e quotidiano impiego.

altrove.

essere altrove, in un particolare momento, è ciò che può salvarti. oppure, in altre occasioni, perderti.
e poco importa se si tratti di altrove geografico o mentale: non fa davvero differenza.
così come può salvarti o perderti il fatto di essere in un certo luogo in un certo momento, allo stesso modo può perderti (forse più che salvarti...) l'inseguire un pensiero, un desiderio, un'ossessione.
un po' come la caccia a moby dick, tanto per intenderci.

sono arrivata a convincermi, con non trascurabile fatica, che non ci sono luoghi o persone sbagliati in assoluto; è solo l'errata combinazione dei due elementi che può rivelarsi un errore madornale e provocare infelicità enormi.
ciononostante, la fatica fatta per arrivare a tale consapevolezza non sta dando i frutti sperati.
l'altrove mi sembra sempre desiderabile, che sia un luogo o un pensiero, un viaggio, un sogno, un tempo.
in assoluta barba agli insegnamenti di orazio, che mi accolgono ogni volta che apro il blog, continuo a ricordarmi di chi mi ha insegnato a leggere moby dick.

quasi tutti, pensandoci bene, abbiamo una balena bianca a cui dare la caccia tutta la vita.
ma la mia balena sta riuscendo a mettere un po' troppo alla prova il mio stramaledetto legittimo desiderio di essere felice. e troppo spesso mi dimentico di come sia finita la caccia.

Commenti

  1. Io ho sperimentato tanti "altrove".
    Geografici, banalmente. Qualche estero, neppure troppo esotici, tanto che i voli da e per sono considerati domestici o quasi.
    Professionali, senza particolari successi. Sempre spinta da una irrefrenabile curiosità che non si è mai trasformata, mai, in vera passione.
    Affettivi, con tutto il carico di dolore che questo sempre comporta e del quale tutti farebbero volentieri a meno.
    Di pensiero, con la testa un po' fra le nuvole e un po' no, capace di sogni ad occhi aperti che talvolta, anche se raramente, diventano idee e poi progetti. Può un progetto di vita nascere da altro? Non credo, c'è sempre un "ma non sarebbe bello se..." all'origine di un nuovo cammino.

    E' vero: non ci sono luoghi o persone sbagliati in assoluto. Ma non è solo l'errata combinazione di questi due elementi che può trasformare una coincidenza in un errore madornale. C'è un terzo elemento che non manca mai e che può fare la differenza: ci siamo anche noi, e siamo noi il nostro altrove.
    Una cosa ho imparato: che se aspettiamo qualcosa per essere felici non lo saremo mai.
    (Che poi io sia capace di mettere in pratica questa perla di saggezza, be', è tutt'altra faccenda.)

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    1. Senz’altro. Ma non siamo isole... se dopo aver trovato in noi il nostro altrove, magari anche con fatica, non troviamo niente o nessuno con cui condividerlo, possiamo anche rinchiuderci e buttar via la chiave... non fa differenza.

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