come uno hobbit nella terra di mezzo

ci aggiriamo in questo nuovo tempo, con occhi curiosi e insieme incerti.

incerti su cosa si possa davvero fare, fra tutto quel che desideriamo di nuovo fare. 
e non perché sia ancora formalmente proibito... semplicemente, perché nessuno capisce che cosa sia cosa buona e giusta e cosa, invece, solo avventata iniziativa. 
avevo capito, almeno per quanto riguarda me, che questo tempo sarebbe stato il più difficile.
di certo, più difficile che rimanere al sicuro nella tana, cosa che- comunque - non ho potuto fare e che temo abbia contribuito a originare il senso di disorientamento che provo ora.

non ho avuto una vera quarantena, bozzolo confortevole e rassicurante in cui molti si sono chiusi, aspettando.
ho solo avuto un distacco - violento, improvviso e faticoso - da tutto ciò che amo, mentre mi è  rimasto implacabilmente attaccato  solo quel che già quotidianamente mi pesa.
tutto quel che facevo, pur se necessario e consentito, mi sembrava illecito e fuori posto.

ora, che molto è consentito, fatico a recuperare una dimensione che riporti alla normalità, perché, analogamente a prima, tutto mi sembra ancora fuori posto ancorché consentito.
mi è mancato il passaggio dal bozzolo, probabilmente.
vorrei quasi potermici rinchiudere ora… ma so bene che quel che non è stato non può tornare, nemmeno questa volta.

rimane il cioccolato, compagno insolito e fedele delle settimane più oscure.

Commenti