poivorrei

quando diventa faticoso anche solo pensare a cosa vorresti, perche non sai se e quando sarà, rimane solo il poivorrei.

con quel poi, che suona infinitamente indefinito, e quell'educato condizionale, che tenta di addomesticare la prepotenza di alcuni desideri.

e quindi, poivorrei, come al solito nell'ordine che preferite:

• tornare a casa, tornare a casa, tornare a casa
• abbracciare ed essere abbracciata
• non dimenticarmi di quanto sono (state) brave le ragazze e di come sono fiera di  loro
• non aver sprecato, come in realtà sto facendo, questo periodo
• ricordarmi qualcosa dei corsi di greco e spagnolo con cui fingo di dare un tono a giorni senza senso
• uscire di casa senza avere per forza un motivo o, almeno, che il motivo non sia solo il lavoro
• tenere ben presente che uscire e incontrare persone è un diritto fondamentale e non una gentile concessione di chi non sa cos'altro fare
• tornare a camminare nella folla, tanta, felice e rumorosa; che stavolta, giuro, anche se mi spingono e mi pestano i piedi in metropolitana non me ne importerà niente
• guardarmi allo specchio e vedere me, invece di una vecchia di duecento anni; ma non se ne parlerà prima di giugno, ben che vada
• non sentirmi per forza una minus habens se, invece di ubriacarmi di notiziari, bollettini di morte e deliri di onnipotenza, cerco di distogliere il pensiero dall'unico pensiero
• portare al mare i miei genitori
• rivedere amici e aver voglia di ridere e fare gli stupidi, come se nulla fosse stato
• scegliere un libro in libreria invece che su amazon, sfogliandone cento prima di trovarne uno
• salire in macchina e guidare senza meta
• prendere un aereo
• dimenticarmi dell'odore dell'alcol (non quello da bere)
• una cena in riva al mare
• camminare in un campo di lavanda, ma non subito... ho l'allergia
• capire chi siamo noi
• tornare a casa, tornare a casa, tornare a casa

e basta. perché ci vuole decenza anche se si usa il condizionale.