la libreria dei giorni difficili




ci sono diverse librerie, in casa.
ci sono quelle delle ragazze, nelle loro camere.
c'è quella dei viaggi, in corridoio, dipinta di verde salvia da me quando abbiamo traslocato, ricolma  di guide e riviste su molti viaggi fatti e altri desiderati.
ce n'è una piccola e arruffata in camera mia, più uno scaffale che una libreria, stipata di qualunque cosa non sappia dove mettere… tanto i libri da leggere vengono impilati sui comodini.
c'è quella vicino ai divani, piena di libri seri e bellissimi, alcuni ancora con il prezzo in lire, consunti e riletti dai tempi del liceo.
e poi c'è lei, la libreria dei giorni difficili. 
per chi ama davvero i libri e la cultura, una specie di insulto. ne sono consapevole.
ma lei contiene, in sintesi, tutto ciò che sono e sono stata: noi tre, la famiglia che siamo stati, i libri sulla mia amata città mai abbastanza amata, qualche ricordo di viaggio, qualche pianta finta a ricordare la mia incapacità di far durare quelle vere, il mio adorato lorenzo rocci - memoria di ciò che ho amato essere e studiare- libri di fotografia, volumi di yoga, meditazione e olii essenziali, quasi avessi bisogno di testimoniare che ci provo davvero a sembrare migliore.
e poi, le frivolezze. 
quelle che, nei giorni davvero difficili, mi hanno tenuta insieme e fatto sperare che altri momenti sarebbero venuti.
libri sulle città che amo oltre alla mia, libri di cucina sulle cucine più disparate, alcuni dei quali scritti da personaggi improbabili e dalle doti incerte, ancora libri di cucina, legati a posti in cui sono stata e in cui vorrei tornare, che raccontano di abitudini serene e conviviali, tradizioni di famiglia e ardite sperimentazioni.
in questi volumi e nella loro banale spensieratezza mi sono spesso rifugiata, quando tutto - ben più di una volta - mi è sembrato così profondamente grigio da non scorgere alcuna luce.
loro erano il mio riparo leggero dal buio e dalla tempesta, mi portavano in luoghi pieni di sole, bellezza e armonia, gusto per la vita e per i suoi piccoli fondamentali piaceri.
loro, ancora, senza alcuna pretesa di essere davvero dei libri, mi proteggono con la loro spettacolare aura di felicità e mi aspettano dove spero di tornare.

Commenti

  1. Io ho la libreria in cucine, nella quale ho messo, in ordine alfabetico per autore, i libri che proprio non potevo lasciare in Italia. Sempre in cucine c'è una nicchia con alcune mensole: libri di ricette e di cucina in genere e, chissà perchè, alcuni libri di pedagogia comprati negli anni. Un'altra in studio, con i libri di lingua, i dizionari e i libri di viaggio: guide, itinerari, le 10 cose da vedere quando vai a... Poi la saletta piccola: saggi di varia natura, essenzialmente storia politica italiana e scienze, ma non solo, e i libri fotografici: architetture umane, architetture maturali... E il mio comodino: alcuni libri di tecnica fotografica sogno ancora di diventare brava) il libro in lettura -talvolta un paio- e la pila di quelli in attesa.
    (Tengo anche un libro sulla mensolina del bagno... non s sa mai ;-))

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  2. Ma è pieno di errori di battitura, che vergogna...

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