Di cosmi, micro e macro

non sono un'esperta dell'universo scuola.

non lo sono, se non nella misura in cui, in quanto bi-mamma di studentesse, ne divento un'utente indiretta.
non lo sono, in quanto, anche come utente indiretta, trattandosi ormai di liceo, cerco di immischiarmi il meno possibile in quello che accade, sorvegliando  la situazione un po' da lontano e ascoltando quanto le mie figlie hanno talora la bontà di raccontarmi.
non lo sono, soprattutto in relazione alle dinamiche che ne regolano il funzionamento, ai meccanismi (se esistono) per cui ti capita un insegnante piuttosto che un altro, alla didattica intesa sia come contenuti che come metodologie.
detto questo, l'inesperienza non mi impedisce di dedicarvi riflessioni (non poche) e maturare opinioni (neppure queste poche, magari inesatte).

la prima riflessione, banalissima, è che la scuola non è altro che un microcosmo che rappresenta - in scala ridotta e necessariamente settoriale - il macrocosmo da cui proviene la sua popolazione, docente e discente.
la seconda riflessione, altrettanto banale, è che questo microcosmo dovrebbe servire a formare in modo il più possibile compiuto e completo la futura popolazione adulta del macrocosmo.
dovrebbe farlo almeno per quella parte che non compete alle famiglie: competenza, quest'ultima, che giudico e giudicherò sempre non delegabile né sostituibile.

la competenza delle famiglie, a mio avviso, non potrà mai essere delegata o sostituita per quanto riguarda la buona educazione, il saper stare con gli altri e in mezzo agli altri, rispettare l'adulto e la sua autorità, l'insegnamento ad assumersi le proprie responsabilità in misura sempre crescente con il crescere dell'età. 
un ragazzino maleducato e approssimativo, che vive di scuse, sarà quasi certamente un adulto maleducato e irresponsabile; il che non mi garba.

detto questo, quali sarebbero le competenze della scuola?
didattiche, d'accordo. già qui si apre un mondo.
quanti sono veramente in grado di insegnare? lasciando da parte chi, pur nella sua posizione di insegnante, ha lacune oceaniche, anche fra i detentori di un personale apprezzabile sapere si fatica a trovare chi sia davvero in grado di trasmettere le proprie conoscenze.
trasmettere significa, a mio parere, non compiere un mero trasferimento di nozioni da appiccicare alla meno peggio, ma instillare curiosità e amore per l'apprendimento, stimolo ad applicarsi per dominare le conoscenze, desiderio di dimostrare le proprie capacità a se stessi ancora prima che agli altri.
significa anche aiutarli ad aprire i loro occhietti belli sul mondo, anche se oggi sono già molto più bravi di noi a tenerli aperti.
significa insegnare loro che quello che c'è nei libri non deve essere destinato a rimanere nei libri, ma può e deve entrare nelle loro vite, di oggi e ancor più di domani.

e qui, vuoto pneumatico. per lo più.

dal mio lungo e ormai da tempo concluso percorso scolastico, porterò sempre nel cuore tre insegnanti, che mi hanno spalancato gli occhi facendomi venire voglia di non richiuderli (ho incertezze su un quarto, pozzo di cultura, simpatia e fancazzismo al tempo stesso.... quindi forse non si merita appieno la mia considerazione). tre, in tredici anni, fino alla maturità.

di elisa posso dire con certezza che gli insegnanti di questo tipo siano due. mancando pochi mesi alla maturità, direi che ci fermiamo qui.

di alice, che frequenta a tre anni di distanza le stesse esatte scuole della sorella (non essendoci molte altre possibilità, in effetti...): ad oggi, ZERO.

zero vuol dire che NESSUNO è stato per lei fino ad oggi il motivo che l'ha spinta e stimolata a fare bene, che l'ha resa confidente nelle proprie possibilità e capacità, che le ha fatto desiderare di saperne di più in qualunque cosa. fosse anche il colore del cavallo bianco di napoleone.
zero vuol dire che ci rimane solo un triennio di possibilità e di speranze. poi, non so.
per una come lei, che è piena di pregi ma che non fa certo della scuola il suo cosmo di elezione, potrebbe (già) essere un problema.





Commenti

  1. Pensavo ai miei prof... la maestra sì , alle medie il vuoto, al liceo... mah: matematica di seconda, lettere di terza e quarta forse (ma forse...), al poli zero. Magro bottino.
    Matilde dice nessuno. Tommy... boh, proverò a chiederglielo ma credo poco anche da questa parte.
    Deludente.

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    1. trovare analoga situazione fuori dalla madrepatria dovrebbe, in parte, consolarmi. di fatto, non riesco a consolarmi.

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