ti amo, ma non mi piaci più

qualche giorno fa, così scriveva ferruccio de bortoli sul corriere, riferendosi a milano.

quasi in contemporanea, durante una delle mie passeggiate su instagram, mi imbatto in un personaggio che seguo e che mi sta pure parecchio simpatico: mentre camminava per le vie della città raccontava più o meno la stessa cosa, ricordando la milano di quando era più giovane (e lui è parecchio più giovane di me...) e quella di cui gli raccontava suo padre, dichiarando con immensa tristezza che non gli sembra che esista più niente di tutto questo.

un paio di settimane fa, è stata ospite a che tempo che fa la signora franca, storica e amatissima titolare 96enne di un negozio di materiale elettrico in pieno corso garibaldi, baluardo di una città antica e gentile, che rischia di essere sopraffatta da catene di pizzerie o trattorie in stile finto povero, che aprono e chiudono in un amen, senza lasciare alcun ricordo di sé nell'anima delle persone. 

e forse potrei continuare, ma lascio perdere.

quello che mi colpisce è la diversità dei soggetti (per età, sesso, professione e chi più ne ha più ne metta) che dicono tutti la stessa cosa: milano ti amo, ma non mi piaci più.

ecco, per me il colpo al cuore è quasi mortale. perché, purtroppo, ho iniziato anch'io a pensare che sia davvero così.

io ho sempre amato, e tuttora amo, la mia città di un amore viscerale e totalmente acritico. le ho sempre perdonato tutto, anche quando era difficile farlo. tanto, il mio amore incondizionato e un po' cieco non avrebbe prodotto su di lei i danni che avrebbe certamente causato se avessi scelto di amare le mie figlie nello stesso modo.

ma ora... cosa faccio? continuare a negare sta diventando sciocco.

ma l'amore non passa. non passa la tenerezza profonda che sento quando cammino per strade in cui, nonostante tutto, sento di essere a casa e a cui sento di appartenere.

quindi, mia meravigliosa città, anche io ti amo, anche se non mi piaci più così tanto come prima.

mi piaci, ma non ti amo (più), invece, potrei dirlo di qualunque altra città, non della mia.

potremmo anche chiederci cosa significherebbe dire le stesse cose di alcune persone (o sentirsele dire), ma per il momento possiamo evitare di farci del male.





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