segui il tuo demone... prima che lui (in)segua te

 demone a ciascuno è il suo modo di essere

- eraclito -


la scorsa estate, in uno dei rari momenti di tregua che ci furono concessi, in un torrido primo pomeriggio agostano ci arrampicavamo per la salita che conduce ad assisi, in uno spettacolo di bellezza e di luce difficile da dimenticare.

ero con l'uomo del dire e un gruppo di amici cicloturisti: inutile dire che l'unica turista non-ciclo della comitiva ero io, felice di esserlo e fedele alla mia idea che una vacanza debba costituire un premio dopo un anno di fatiche (e che fatiche, lo scorso anno...), piuttosto che rappresentare un altro frammento di penitenza su questa terra. dopotutto, per morire e per espiare c'è sempre tempo.

e proprio di questo si disquisiva salendo (in auto, per fortuna).

uno dei pedalanti cercava con ogni mezzo di convincermi ad unirmi di nuovo a loro il prossimo anno, ma stavolta munita di due ruote; non sapendo più come cavarmela per far intendere le mie ragioni, ad un certo punto mi è uscito dal profondo del cuore un "ciascuno deve seguire il proprio demone, o finirà per rovinare la vita propria e di chi gli sta intorno".

devo essere stata convincente, perché di mettermi su due ruote in effetti non si è più parlato.

la frase, però, pare essersi “conficcata nella mente e nel cuore" dell’uomo del dire, che poi mi ha regalato questo bellissimo libro (la citazione di eraclito è tratta dalla quarta di copertina)



il libro, molto bello, prende a dire il vero una piega piuttosto colta e non di così scorrevole lettura, ma  vale senz'altro la pena cimentarsi.

non lo so... mi è sempre piaciuta l'idea di un daimon che abita in noi e ci illumina il cammino, un po' come lo spirito guida degli indiani d'america; 
nella mia scarsa conoscenza delle questioni religiose, mi pare cosa un tantino diversa dall'a noi più familiare angelo custode, che mi sembra ricoprire un ruolo di protettore dai mali e dalle sventure, piuttosto che essere un principio ispiratore in senso attivo.
ma non giurerei di aver inteso davvero correttamente, è piuttosto un mio sentire.

comunque, mentre tutto sommato non posso molto lamentarmi del mio angelo custode, il mio daimon mi pare piuttosto sonnolento, nonostante la spiccata simpatia che provo per lui.
e qui, volente o nolente, mi torna in mente ciò che ho scritto nel post precedente: sarà tutta colpa del daimon appisolato...
eraclito, invece, mi dà qualche speranza e soddisfazione: se mi concentro sul modo di essere, anziché sul fare, posso dire con un certo margine di serenità di aver raramente tradito il mio demone.
potremmo, invero, aprire capitoli infiniti sulla compatibilità fra modo di essere e fare... ma preferisco di no, mi voglio ancora un po' di bene.



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