Pensieri fragili

immagine dal web


questo è il post più retorico e banale che si possa confezionare oggi, ma tutto serve, per esorcizzare il dispiacere.
compreso il commento di un'amica che ieri sera, in pieno incendio, mi ha chiamato per gli auguri, chiedendomi se fosse proprio necessaria la mia scelta un po' sopra le righe di sacrificare Notre Dame per enfatizzare i festeggiamenti per il mio compleanno.
in effetti, avrei potuto farne a meno.
oggi, con il minimo sollievo dato da notizie meno tragiche del previsto, penso che davvero l'animo umano riesce quasi sempre a trovare ragioni a cui aggrapparsi per sentirsi meno sconfitto. e questo è già un bene.
ripenso anche a quando, ragazzina, leggevo con avidità "I pilastri della terra", affascinata dalla storia di questa cattedrale in costruzione.
mi ricordo distintamente di aver pensato, allora, che nella mia vita non mi sarebbe mai accaduto di assistere alla realizzazione di un'opera così grandiosa, che la mia mente collocava necessariamente in lontane epoche passate. il nostro, già allora, non mi pareva tempo di cattedrali.
invece, lo sarà, almeno nella misura che si renderà necessaria per restituire a una città il suo cuore e per far sentire noi meno stupiti e stupidi.
si pensa che alcune cose siano indistruttibili, destinate a durare in eterno: una cattedrale è la forza spirituale di una città, luogo di rifugio e accoglienza, ma anche simbolo di potere e ricchezza.
evidentemente, proprio tutto può andare in fumo in meno di un'ora.
l'unica cosa che riesco a pensare, come spesso mi accade, è che sia un errore credere che avremo sempre tempo per tutto.

Commenti

  1. Niente dura in eterno: è quello che ho pensato davanti alle prime immagine trasmesse in tv, neppure il dolore e lo sconcerto.
    Ricostruiranno il tetto, come noi abbiamo ricostruito la Fenice e il Petruzzelli, e fra qualche anno ci chiederemo vicendevolmente "Tu dov'eri, quando hai ricevuto la notizia?!

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