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mia madre era una persona felice, ha esordito mio fratello.

non lo so, sinceramente. ma certamente era una persona a cui piaceva far sentire felici gli altri, e che più di ogni altra cosa avrebbe voluto far sentire felici noi.

forse lo era davvero, felice. ma di una felicità che non è di tutti, che "vedeva" sempre un po' oltre lo stretto orizzonte della quotidianità e della porta di casa.

ci ha abituati a un'idea di vita semplice, ma assolutamente non spoglia, e soprattutto non vuota. 

ci ha fatti crescere circondati da amici, ci ha viziati nell'unico modo che lei considerava sano: cucinando a perdizione, per noi e i suddetti amici, da bambini e da adulti,  come riescono a fare solo le mamme del sud, anche se hanno passato tre quarti della loro vita al nord. 

mio marito, da ragazzi, quando entrava in casa dei miei andava dritto filato in cucina e sollevava i coperchi delle pentole con occhi (e naso) scintillanti. e lei gongolava.

ora la immagino gongolare ancora di più, per tante ragioni, senza tutte le limitazioni che ha sempre detestato.

inutile, quindi, essere tristi. non per lei, almeno. 

in un caldissimo pomeriggio, dopo un po' di tempo, o almeno dopo il tempo necessario.

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