in punta di piedi

ieri è stata una delle molte giornate di questa infinita estate indiana:18 gradi, cielo terso e sole tiepido. tutto tanto bello, soprattutto quando capita di domenica. poi... vedremo, ma non sarà tanto bello.

troppo tardi per pensare a una destinazione più lontana per passare la giornata, mi sono limitata ad una lunga passeggiata a milano, evitando accuratamente il centro e tornando in zone bellissime ma più defilate, dove non  mettevo piede da tempo.

ho camminato tanto, con l'aria felice e un po' ebete che mi prende quando torno a casa, mi sono guardata in giro, ho avuto tanto tempo per pensare.

ho preso un libro e un caffè in una libreria che amo parecchio, con un bel dehors tranquillo, nella piazzetta. ed è stato lì che ci ho pensato, dandomi della stupida per non averlo mai colto prima.

ci sono zone, a milano (ma come in ogni altra città, direi) che sono sfacciatamente di tutti e per tutti... zone centrali, commerciali, dove non vive praticamente nessuno e di tutti e nessuno sono terra.

e ci sono le altre zone, più o meno belle - per carità -, dove la gente abita e vive davvero.

dove ero ieri, in realtà, è un po' un ibrido: di notte movida, di giorno quartiere di anziani e famiglie con bambini, parchetto, negozi di quartiere e, appunto, la famosa libreria con caffè, che ieri era gremita di famiglie della zona, tutte con bimbi, tutte che facevano colazione insieme, chiacchierando  in modo confidenziale e confidenzialmente rapportandosi con i librai/baristi.

e io mi sono sentita quasi un'intrusa, come se fossi entrata in casa di qualcuno per curiosare, senza chiedere permesso.

non ci avevo mai pensato, perché è la mia città e mi sento a casa in qualunque suo punto... ma ci sono posti in cui, comunque, è meglio entrare in punta di piedi, perché - pur essendo di tutti- sono casa d'altri più di quanto non siano la mia.

Commenti

  1. Riesco a trovare difficilmente di questi posti a Roma, teoricamente la mia città. E mi assolvo ampiamente di questa mia incapacità.

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    1. e fai bene! non è certo una colpa :-) buona giornata, franco

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  2. Ci sono case che non sono più mie ma che sono la mia storia, casa di mia mamma ad esempio. Ci entro con discrezione, ma con familiarità. Se devo aprire un armadio o prendere un gelato dal freezer avviso mia mamma, ma non chiedo il permesso. Non avevo mai fatto queste considerazioni per una città...

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    1. la mia città è sempre stata per me una naturale estensione della mia casa. ci ho pensato solo l'altro giorno

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    2. Ecco, per me non è mai stato così: fuori da casa, da tutte le case nelle quali ho abitato, ho sempre trovato città estranee

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  3. milano vi aspetta a braccia aperte! e io pure :-)

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