traguardi

 ti è toccato essere la prima. 

quella che, d'istinto, ti è apparsa come la peggiore delle sciagure, si è rivelata quasi subito una gran fortuna.

ti sei elegantemente tolta di dosso gli orali di maturità il primo giorno utile, prima assoluta della mattina, quando il clima era ancora fresco, quando gli animi non erano avvelenati e annoiati da ore di domande né travolti da probabili vortici di incompetenza (non sempre solo studenteschi, mi permetto di aggiungere).

dopodiché, non hai perso un attimo. 

forte di un'aura di empatia e capacità di sostegno che tutti ti riconoscono, ora corroborata anche dai tuoi futuri studi di psicologia, non hai saltato una mattina. invece di dormire, ti sei accampata a scuola, offrendo conforto e compagnia agli sventurati sorteggiati dopo di te, cercando di minimizzare i racconti noir di quelli che man mano finivano e narravano le infinite presunte angherie subìte.

ogni mattina, mi sono trovata un preciso elenco di tutti quelli a cui ero pregata di mandare messaggi di sostegno e buona sorte, cosa che ho diligentemente fatto, soprattutto con le tue due streghette del cuore.

l'ultima ha finito da poco più di un'ora, adesso siete liberi e felici, del tutto incuranti (con pochissime eccezioni, meno delle dita di una mano) del numerino che fra non molto uscirà accanto al vostro nome.

bene così. avete capito prima di noi (certamente prima di me) che non è quel numero che definisce una persona, soprattutto se arriva alla fine di un percorso accidentato come il vostro. e non è colpa solo del covid. 

siete arrivati a questo traguardo tutti insieme, tutti insieme partirete per una settimana di vacanza in spagna, in molti già progettate i vostri incontri in veste di universitari, giurando che non vi perderete o disperderete.

vi abbraccio tutti, bei ragazzi che non siete altro.