come stai
occorre davvero rispondere?
perché, sinceramente, non saprei che risposta dare. forse, perché quasi mai mi viene posta la domanda... come se ci fosse un certo timore della risposta: perché mai scoperchiare il vaso di Pandora, dopotutto?
"come stai" è la domanda più retorica e insieme insidiosa che si possa rivolgere a qualcuno. quasi sempre è accompagnata, in chi la pone, dal senso di aver assolto un civico dovere di cortesia e dalla segreta speranza che all'interlocutore non venga voglia di raccontare come sta davvero.
allo stesso modo, "bene, grazie" è la risposta più agognata dal destinatario, analogamente densa di civico dovere di cortesia e di empatia nei confronti di chi, ricevendola, viene risparmiato da imbarazzanti sfoghi a cui non saprebbe (e, spesso, neppure vorrebbe) far fronte.
perché, ancora più spesso, non basterebbe una vita per capire come si sta: figuriamoci per cercare di spiegarlo ad altri.
talora, molto di rado, ci si imbatte in qualcuno che non chiede semplicemente perché non ne ha bisogno: lo sa, non servono domande né risposte. ma è più raro che incrociare un pangolino dalle mie parti.
comunque, sto bene, grazie.
Non chiedere, nella presunzione di sapere, e' pericoloso. Non sempre basta l'intuito.
RispondiEliminaÈ raro, ma accade che qualcuno riesca. Bastano uno sguardo o l’intonazione della voce... e capiscono. Semplicemente, hanno un dono.
EliminaSguardi e voci... si escludono così tutti i contatti epistolari.
EliminaNon è impossibile nemmeno così, in certi momenti.
EliminaIn generale, però, credo sia una modalità che richiede decisamente più coraggio di chiedere e di rispondere.