η καθαρσις

la catarsi era il rituale della purificazione, volto a liberare il corpo e lo spirito da una contaminazione o da una colpa.
nulla di più attuale, seppure privato del suo originario fascino e degradato alla triste sequenza sapone/amuchina/guanti/mascherina.
ma, come ogni rituale degno di tale nome, la catarsi richiede un’altare dedicato alla sua celebrazione.
da noi, l’altare è questo



una discreta scatola di erboristeria nasconde guanti e mascherine, una piccola lanterna cela un dispenser di gel disinfettante.

“il 4 maggio è dietro l’angolo, vi ricordo che dovevate uscirne migliori. allora, siete migliorati?”
la domanda gira ovunque, inquietante e implacabile come una sentenza sul punto di essere letta, solenne e grave come un rito di purificazione.

no... tristemente, no. anzi.
ho solo mani screpolate e pulitissime e un’irrefrenabile necessità di disinfettare tutto ciò che tocco, come per cancellare ogni traccia della mia presenza.

Commenti

  1. Non è la tua presenza, che va cancellata...

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    1. Sono l’unica possibile fonte di pericolo in casa.
      Sarebbe meglio se mi potessi davvero cancellare.

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  2. ti dirò... l'altarino è ancora lì tale e quale. non so se per pigrizia o per scaramanzia. buona giornata :-)

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