scolliniamo

scollinare… ovvero, passare da un versante all'altro di una collina;  ma anche, in senso figurato, superare un limite.

in entrambi i casi, il significato di questo verbo implica l'aver compiuto una fatica: fisica (per arrivare in cima ad una collina e passare sull'altro versante) o psicologica (per affrontare un limite, vincerlo e riuscire ad andare oltre) o anche entrambe.

in ogni caso, il risultato di tale sforzo dovrebbe costituire una sorta di ricompensa, data da un cambiamento.

se cambio versante, ottengo quantomeno un nuovo panorama da ammirare: potrebbe anche non essere migliore, ma sarà senza dubbio diverso.

senza contare che, nel momento in cui mi ritrovo in cima alla famosa collina, ho raggiunto un traguardo che dovrebbe regalarmi un'inusuale ampiezza di veduta, consentendomi di spaziare con lo sguardo in ogni direzione.

se riesco a superare un limite, ancora più profonda dovrebbe essere la soddisfazione: un limite è come una catena, liberarsene non può che regalare un senso di sollievo.

immagino.

il titolo assegnato non reca punti esclamativi; non è, quindi, un ordine o un'esortazione, immagino ancora, ma una mera affermazione. allora, deve essere fuor di dubbio che si stia scollinando...

effettivamente, mi vien da pensare che non c'è  un giorno in cui non si scollini, dal finir della mattina  all'inizio del pomeriggio, così come non c'è settimana: una volta arrivati al fatidico giovedì, tutto è in discesa.

personalmente, per ragioni anagrafiche ho per forza scollinato; non ho (e non posso avere) percezione del momento in cui ciò sia avvenuto, ma negare che la discesa sia iniziata sarebbe vano e sciocco.
ho saputo (ma anche: ho avuto occasione di) godere del meraviglioso panorama dalla vetta?
no. di questa risposta lapidaria sono assolutamente certa.
perché, per come lo percepisco io, il problema non è non essermi accorta del momento, ma piuttosto non aver mai raggiunto la vetta.
probabilmente, nonostante l'indubbia fatica, mi sono limitata a fare un giro intorno alla collina.