pensierino di fine pomeriggio

cercando di portare a compimento, esausta e confusa, un pomeriggio di letture di normative, decreti attuativi e circolari applicative, e avendo dovuto a mia volta redigere circolari da indirizzare ai clienti per (cercare di) renderli edotti di tutti i garbugli in questione, non per la prima volta mi si affaccia alla mente questo pensierino:

la complessità e la tortuosità delle normative di un paese, scritte in modo da ricomprendere ogni possibile ed ipotizzabile casistica senza che peraltro quasi nessuno riesca a capire esattamente a cosa si riferiscano, è probabilmente proporzionale al grado di propensione (e di abilità) ad eludere ogni e qualsivoglia normativa da parte degli abitanti del paese medesimo.

con il che, vi informo che siamo con ogni probabilità campioni del mondo.

il lavoro di un legale somiglia sempre più a qualcosa che si colloca a metà fra l'enigmista e il traduttore, senza purtroppo avere né il fascino del primo né la grazia e la poesia del secondo.

Commenti

  1. Qualcuno ha detto che si dimostra di aver ben capito un concetto se si è capaci di spiegarlo chiaramente alla propria nonna ( chissà perché non a uno zio, ma lasciamo perdere...). Forse il legislatore è il primo a non aver capito niente.
    Quasi quasi lo spero, perché l'alternativa, e cioè che le arzigogolature siano deliberate per poter dire tutto e il suo contrario contemporaneamente, sarebbe inquietante...

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    1. ogni tanto mi coglie il dubbio su una terza possibile strada, e cioè che sia io quella poco in grado di capire. troppo tardi per cambiare mestiere.

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  2. Non farsi comprendere sembra elevi la qualità di ciò che si esprime quasi a livello divino. Ecco perché nulla raggiungerà mai l'astrusità di un Dizionario Teologico.

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    1. beh, ma tu porti la discussione davvero su livelli inimmaginabili per il nostro povero legislatore. abbi pietà!

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