se arriva quel tempo

apri gli occhi un mattino, e ti rendi conto che, volente o nolente, devi pensare al tuo futuro, ormai così vicino da sembrare un presente.

le ragazze crescono in fretta. 

a breve, temo che la prima spiccherà definitivamente il volo. la seconda no, avrà bisogno ancora di qualche anno, diciamo quattro o cinque, a occhio e croce.

ecco, questo è l'orizzonte temporale entro il quale avere idea di cosa volerne fare di se stesse.

il resto della mia già minuscola famiglia, entro quel tempo, è ragionevolmente possibile che non esisterà nemmeno più, ma non ci voglio pensare.

ma cosa dovrei guardare?

il posto che semplicemente da sempre amo e chiamo casa? quello dove saranno le mie figlie (che, molto presumibilmente, non saranno nello stesso posto)? dove ho amicizie significative? dove posso essere certa di avere a disposizione servizi (più o meno) efficienti in vista della terza giovinezza che inesorabilmente si presenterà? dove ci sia un clima meno infausto di quello che respiro adesso? dove si possa pensare di essere sole senza per forza sentirsi sole?

la granitica certezza di tutta la vita ogni tanto vacilla. poi si riprende... ma, ormai lo so, quando iniziano a sorgere le domande è segno che una crepa, per quanto piccola, si sta aprendo. so che tutto si può aggiustare, ma la crepa e il timore di sbagliare, ancora una volta, creano tanta ansia e non vanno sottovalutati.

ho poche amiche single, ma capisco che questo punto della vita sta diventando un'urgenza comune, un'ansia forse prematura, ma sentita e incombente.

cosa dobbiamo farne di noi? nessuna vuole sentirsi sola essendo sola. questa è l'unica cosa che tutte sappiamo.


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