storie di solitudine e solidarietà

da soli non si va da nessuna parte, o si fa poca e faticosa strada.
trovare compagni di viaggio, peraltro, pare sempre più difficile.
e non sto scrivendo al maschile perché questa è l'usanza linguistica…

nelle ultime settimane, mi è già capitato almeno due o tre volte di leggere in diversi contesti,di quel che sto per raccontare.
è storia vecchia che spesso ci si ritrovi madre single, vuoi per scelta (propria o altrui), vuoi per fato.
in tutti questi casi, agli inevitabili disagi di ordine psicologico si sommano spesso rilevanti difficoltà materiali.

non tutte hanno a disposizione nonni o tate, non tutte hanno un ex compagno che - pur essendo ex - si ricorda di aver avuto figli e si dimostra collaborativo, non tutte hanno un nuovo compagno disposto a condividere il cammino anche in presenza di figli altrui, non tutte  (cosa ancor più grave) hanno un lavoro.

in questa situazione, gestire da sole un figlio, un lavoro quando c'è, una casa quando c'è e sopportarne gli oneri collaterali diventa spesso impossibile, in barba a tutte le belle favole di autonomia e indipendenza che hanno refilato durante l'adolescenza.
in quest'ottica, leggo da varie parti che si stanno moltiplicando le associazioni o anche le iniziative delle singole, che portano a sempre maggiore diffusione di house sharing fra mamme sole.
si dividono le spese, ci si aiuta con i bambini, ci si sente meno sole, magari si diventa amiche.
bello, senza dubbio utile, molto pratico e  parecchio solidale.
ma, anche, un bel po' triste.

Commenti

  1. Torno di tanto in tanto a leggere questo post e non riesco mai a commentare. La solitudine è la maledizione dei nostri tempi, un po' perchè sopportiamo di meno e, piuttosto che male accompagnate, preferiamo camminare da sole, e un po' perchè, quando capita, facciamo fatica a credere di avere altre possibilità. Poi non siamo capaci di chiedere aiuto: sembra debolezza, invece è solo umiltà. Abbiamo già parlato di questo, credo, anni fa...
    Mi blocco sempre perchè mi chiedo come possa una cosa essere bella, solidale e triste nello stesso tempo. Capisco il senso e lo condivido, ma mi suona comunque strano... e, non riuscendo a sbrogliare la matassa, non scrivo.

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    1. trovo bello che queste persone sappiano ovviare alla loro solitudine e alle loro difficoltà in questo modo, che apre anche nuove prospettive di amicizia, oltre che di condivisione della quotidianità. trovo (parecchio) triste che si arrivi a questo perché non c'è altro modo.

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    2. Forse non è vero che non c'è altro modo, forse gli altri modo funzionano meno. In fondo è l'ennesima dimostrazione di come si possa vivere bene senza un uomo; senza amiche, invece, no.

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