coppie

ci sono, innanzitutto, le coppie iconiche: pane e salame, gin and tonic, cochi e renato, rossella e rhett o, ai miei tempi, sandy e danny. 
per loro, come per mani, occhi, orecchie e via discorrendo, il duale greco dovrebbe essere obbligatorio: nessuno dovrebbe separare ciò che - per buon gusto o per natura- è unito e non può   funzionare che in coppia.

ci sono anche, peraltro, il sole e la luna, il buio e la luce, il bene e il male e via discorrendo… anche gli opposti sono coppie rispettabili e adeguate al duale, in quanto è solo tramite l'esistenza di uno dei due membri che si comprende e si giustifica l'esistenza dell'altro.

poi, ci sono le altre coppie: quelle sposate e quelle di fatto, quelle eterosessuali e omosessuali, quelle con figli o senza figli, quelle di vecchia data (magari stanno insieme da quando erano ragazzini) e quelle recenti, magari nate da varie rimescolanze e tentativi di nuova partenza.
su queste, la discussione è aperta e il duale un mero auspicio. 

non si può dire che una sia meglio dell'altra, o che incarni il concetto di coppia più di un'altra o che abbia - a priori - maggiori o minori possibilità di riuscita: l'impegno dei due componenti e lo zampino degli dei sono determinanti per la sorte dell'abbinamento.

la mia personale esperienza di coppia è a dir poco frammentaria, e dunque probabilmente poco significativa. però, vestendo gli improbabili panni della tuttologa e basandomi anche sull'osservazione dei miei simili, mi sento di formulare un paio di sconclusionate considerazioni.

più una coppia funziona, meno ha bisogno di parlare e di apparire: come sempre, anche in questo campo less is more.
chi si agita per sbandierare quanto sia felice e si senta amato, di norma ha bisogno di confondere le acque (a beneficio suo, ancora prima che degli altri).
viceversa, la consapevolezza di pienezza e solidità del rapporto conduce, a mio parere, all'inutilità di eccessive esternazioni.
di sogni e di piazze, poi, sono certa di aver già scritto tempo fa e sono altrettanto certa di non aver cambiato idea.
in tutto ciò, il tempo è un alleato o un nemico?
non lo so… se è vero che un nuovo inizio dà entusiasmo e carica, difficilmente sarà anche in grado di regalare affiatamento e profondità di relazione.
d'altro canto, la più grande insidia insita nel  passare del tempo è quello di un puro invecchiamento privo di crescita.
muoio solo all'idea, così come morirei all'idea di un logorio progressivo che generi indifferenza per ciò che è stato o risentimento per ciò che non è stato.
che poi, purtroppo, è quello che accade nella maggior parte dei casi.

quello che so, o almeno che credo di sapere, è che una storia di coppia richiede una scrittura a quattro mani: non può essere sufficiente né accettabile una scrittura a due mani, non può bastare una lettura distratta da parte di chi non scrive.
chi non scrive, in ogni caso, deve sapere che sta rinunciando a molte cose, fra cui il diritto di recriminare per il finale insoddisfacente della storia di coppia.

Commenti

  1. Post denso, con tanti spunti. Procedo "balzellon balzelloni".
    Dici che "più una coppia funziona, meno ha bisogno di parlare e di apparire": condivido. Talvolta però è vero anche il contrario: meno una coppia funziona, più tende a tenere nascoste certe magagne. Perchè? Magari per vergogna, o per non essere patetici. E' un atteggiamento che porta a non ricevere il supporto necessario e che può diventare, in casi estremi, pericoloso, ma credo che sia umano. E' un discorso diverso, lo interrompo qui.
    "a beneficio suo..." Certo, a beneficio suo. Per altre circostanze mi ci sono ritrovata anch'io: ripetermi che tutto sarebbe andato bene, ricordarmi quotidianamente i lati positivi di certe situazioni minimizzando quelli negativi aiuta a sopportare e, talvolta, a superare brutti momenti. Non è sempre un modo sciocco di affrontare gli eventi, ha un suo perchè. Basta non arrivare al punto di provare gusto nell'affondare nello schifo.
    Più avanti chiedi se "il tempo è un alleato o un nemico?" Do la mia "tuttologa" risposta: è un alleato, sempre. Scopre le carte, non può cambiarle. Se sono cattive, il tempo sembra un nemico ma è solo apparenza: le carte erano cattive fin dall'inizio. Si invecchia senza crescere se si hanno in mano carte cattive o, magari, semplicemente non molto buone. Ma se la persona che hai scelto ti assomiglia, non perchè è come te ma perchè condivide i tuoi obiettivi, allora è sempre possibile contenere il rischio che il tempo porti solo abitudini.
    Mi interrompo non perchè non ho altro da dire ma perchè devo davvero scappare. Magari riprendo dopo.

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    1. io credo che, in generale, le dinamiche di una coppia debbano appartenere alla coppia, e che non vi sia bisogno di ostentare né la crisi né l'idillio: tanto, chi ci è vicino si accorge comunque di come vanno le cose, se ne ha voglia. penso che ciò che aiuta una coppia non sia mostrare o nascondere magagne agli altri, ma il fatto di esserne la coppia stessa consapevole.
      il fatto di avere un atteggiamento positivo e di voler credere a una positiva evoluzione di situazioni non brillanti non mi sembra affatto un comportamento sciocco: sciocco, invece, mi sembra sia il voler ostentare ciò che non è, pur essendo consci di una realtà diversa.
      il tempo scopre le carte, decisamente.
      ma credo che possa anche medicare ferite o, al contrario, procurarne.
      una coppia solida, secondo me, oltre ad avere la capacità di porsi obiettivi comuni, dovrebbe riuscire ad adattarsi allo scorrere della vita e ai suoi imprevisti, che spesso finiscono per ostacolare o impedire il raggiungimento degli obiettivi. ma qui mi fermo, perché chiaramente non è un terreno su cui posso esprimermi con cognizione di causa.

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