Qualcuno con cui correre

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o qualcuno con cui camminare, o saltellare. o anche fermarsi. ma, possibilmente, non da seguire, e neppure da precedere.
insomma, qualcuno con cui condividere ciò che si è o ciò che si fa... oppure, se si è molto fortunati, o abili, anche entrambe le cose.
non è così scontato.
passata la sbornia dell’iniziale passione, arriva inevitabilmente il momento di fermarsi e guardarsi negli occhi e nell’anima,  magari con realismo e sincerità. è in quel momento che, alla fine, si racchiudono presente e futuro... un minuscolo momento in cui occorre capire se si tratta di un viaggio o di una gitarella.
il momento della vita in cui ciò avviene, sempre che si sia capaci di farlo o se ne abbiano la voglia e il coraggio, non è indifferente.
da giovani è tutto più semplice: complici l'entusiasmo, l'incoscienza, il senso di onnipotenza e la miriade di progetti che ronzano in testa, non si sta troppo a pensare... si parte, si va, con la convinzione che vi  saranno sempre il tempo e il modo di correggere il cammino, che si sarà capaci di adattare il proprio passo a quello dell’altro, che fermarsi - se necessario- non peserà, perché si ha comunque una meta e l’importante non è tanto arrivarci prima o dopo, quanto piuttosto farlo insieme. talvolta la vita smentisce i buoni propositi, talvolta più semplicemente obbliga ad aggiustare il tiro, talvolta ti costringe ad ammettere che non si trattava di viaggio ma solo della famosa gitarella.
ma dopo... cosa accade? dopo, ognuno ha già acquisito da tempo un proprio passo, o ha una sua meta, anche solitaria.  quanti, dopo, sono capaci di iniziare a correre o, al contrario, di rallentare e mettersi a camminare? o anche... quanti sono, semplicemente, disposti a farlo? ma, soprattutto: quanti sono ancora capaci di individuare una meta comune e di volerci arrivare?

qualcuno con cui correre, però, è anche banalmente qualcuno con cui, davvero, correre a perdifiato fino a sfinirsi, senza una meta, solo per il gusto di farlo in due, senza nessun valido motivo.
perché alla fine, essere in due e farlo in due è già di per sé un più che valido motivo.

per una come me, tuttavia, correre senza meta può solo essere una (meravigliosa) parte del tutto.
non riuscirò mai a farne un tutto... neppure correndo in due.

mi rendo conto solo ora, rileggendo, che non ho dato alcun peso all'eventuale presenza di uno o più compagni di corsa nella vita professionale... presenza che, in effetti, non sarebbe di trascurabile importanza.
ma tant'è: ancora una volta, questo è il chiaro segno di quale rilevanza io attribuisca a questa parte della mia esistenza nell'economia di una vita.

ho scritto- ormai diversi giorni fa- da una spiaggia intrisa di pioggia, sotto un cielo di piombo. solo parecchio in fondo, un cielo più chiaro.

Commenti

  1. Sono le nuvole grigie a rendere così luminoso il cielo là in fondo.
    Quanto al tema: correndo (o camminando, o saltellando, o...) in due, si individua facilmente una meta condivisa. Per questo è bello.
    PS: Ti ho battuto, stavolta non c'è storia...

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    1. non so se mi hai battuto... di certo, abbiamo scelto ambiti di applicazione differenti.
      non è così semplice individuare una meta condivisa, non credere... forse non è neppure semplice individuarne una del tutto personale, ora che ci penso.

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    2. io cerco la mia meta da un po' e non la trovo. Non è bello, ci si sente banderuole

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