uno, nessuno e centomila
senza voler mancare di rispetto a nessuno, sono giunta alla determinazione che i funerali costituiscano spesso un bizzarro momento nelle relazioni sociali e familiari.
sabato mattina, esattamente intanto che trump e zelensky decidevano di raccontarsela in un ufficio che più bello al mondo non gli capiterà mai più, ho dovuto presenziare ad un funerale di famiglia, di una lontana cugina di mio padre serenamente spentasi ad oltre 95 anni di età.
devo dire che ricordo a malapena questa signora, che non incontravo da quando ero ragazzina, ma la zia mi ha fatto capire che avrebbe gradito essere accompagnata alla cerimonia... e così ho fatto.
ho quindi avuto modo di rivedere le sue figlie, mie lontane cugine un po' più grandi di me, con cui avevo avuto, da bambina, sporadiche frequentazioni man mano cadute nel nulla.
in barba a tutto questo grande nulla, sabato mattina abbiamo dato luogo a edificanti scenette di riunione di famiglia, con ricordi sparsi messi insieme alla meno peggio e aneddoti su zie ancora più lontane, esibite in antiche foto che le ritraevano da bambine, che mi hanno richiamato alla memoria le note foto delle figlie dello zar. per dire di che epoca stiamo parlando.
ho conosciuto i figli di dette cugine, che mi hanno guardato come una marziana, ma mi hanno educatamente sorriso e- non ultimo, anche se c'entra poco- ho assistito all'imbarazzante celebrazione del sacerdote, che ha confuso il nome della defunta con quello di una delle figlie e le ha attribuito come soprannome quello che in realtà era il suo cognome da coniugata.
bene.
finiti questi siparietti, ognuno ha ripreso la sua via, che - come accaduto negli ultimi 40 anni, in questo teatrino di mondo- divergerà di nuovo serenamente da quella degli altri.
Figurati che, al funerale della balia di mio padre (eh sì, mio papà è andato a balia, che mia nonna aveva mica tempo da dedicargli!), una sua vecchia amica di quando si andava alle sagre di paese per incontrare ragazze, ha raccontato a me a mio fratello (che sbalorditi non rende l'idea) che "lui sì che sa divertirsi, la vera anima delle feste, in assenza del quale tanto valeva restare a casa". Lui, quel padre burbero e serioso e "io alla vostra età...", che faceva paurissima alle mie amiche e a causa del quale un giorno mia cugina I. mi ha detto "poverina, come sei sfortunata...", lui l'anima delle feste!
RispondiEliminaA questo servono i funerali!
vispetto, tuo papà!
EliminaAi funerali incontriamo spesso persone che incontreremo di nuovo solo al funerale successivo. A volte il loro. In questo caso non ci saranno futuri incontri.
RispondiElimina🤣🤣 pragmatico
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