fughe

quando ero piccola, ero una bambina timida. non amavo gruppi numerosi e rumorosi, stavo bene con gli amici cari o, piuttosto, anche da sola. alla fine, non sono cambiata molto.

se stavo da sola, amavo leggere, oppure giocare con il mappamondo.

stavo seduta per terra in camera mia con in braccio il mappamondo, lo facevo roteare vorticosamente e lo fermavo puntando un dito, a occhi chiusi, in un punto a caso.

quella sarebbe stata la destinazione del mio prossimo viaggio. da lì, mi mettevo a pianificare (un po' a casaccio, vista l'età e i mezzi di allora) come ci sarei arrivata e cosa avrei fatto una volta lì. 

avevo un quadernino, su cui annotavo  le mie destinazioni e le mie pianificazioni. qualche volta immaginavo che sarei andata a vivere all'estero; allora, aprivo le guide verdi del touring, le uniche allora ammesse in casa nostra, cercavo le piantine delle città (in francia, germania, svizzera... non importava) e sceglievo il nome di una strada che mi piacesse: lì sarei andata a vivere, perché mi piaceva il nome di una strada che magari nella realtà era orrenda. ma tanto non potevo saperlo... i tempi di street view erano ancora molto lontani. in ogni caso, annotavo anche quello, il mio futuro indirizzo.

mi faceva sentire grande, questo gioco, e mi dava un'immensa fiducia nel futuro: avrei avuto un sacco di tempo per fare infinite cose belle, pensavo.

non è stato così, ovviamente.

per molto tempo, però, ho viaggiato abbastanza, sia con fidanzato/ marito o amici, che con le bambine, sia anche da sola.

una volta (più di una, in realtà) mi è stato detto che questo era sintomo di irrequietezza, di insoddisfazione, di difficoltà - quando non incapacità- di saper rimanere con me stessa, fermarmi, guardarmi dentro.

pazienza, succede spesso che le persone non capiscano.

andare mi è necessario per restare, questo ormai l'ho capito. ma non sempre è possibile andare, non sempre si ha la fortuna di poterlo fare. 

allora, anche fughe che sembrano insignificanti acquistano un gran valore. persino quelle immaginarie. forse era così anche da piccola, ma allora non lo sapevo.

ho acquistato un quadernino nuovo, può essere che inizi ad usarlo.

Commenti

  1. Ben venga l'irrequietezza che spinge a viaggiare, a non fermarsi, a desiderare. Perché l'opposto è morte.

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  2. Io sono irrequieto e viaggiamo di continuo, ma amo anche la mia casa e il tempo trascorso nelle mie stanze, i mobili, i libri e i quadri, eppoi scrivo tanto lo sai, il blog è testimone.. non so se sia più insoddisfazione o curiosità, passione per le cose che ci piacciono.. propendo per le seconde.. ;)

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    1. anch'io propendo per le seconde.
      e anch'io amo la mia casa e i miei momenti di tranquillità, aldilà di tutto il resto.
      per questo sono convinta che le persone di cui sopra non avessero in realtà capito nulla.
      buona settimana, franco.

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