sottrazioni e fioriture

capitano i momenti faticosi, e occorre organizzarsi (leggi: arrangiarsi).

capita quindi che sia necessario ottimizzare pensieri, tempo, energie e capacità; e capita anche che, quando non si è tanto in spolvero, l'unica forma di ottimizzazione che si riesce a realizzare sia la sottrazione.

perché di molte cose, effettivamente, si può fare a meno, quanto meno per il tempo necessario a lasciar passare la burrasca. di fatto, si può fare a meno quasi di tutto... salvo poi rendersi conto che ci siamo talmente autosottratti da non riconoscerci quasi più.

ma cosa accade quando le burrasche si susseguono e la sottrazione rischia di diventare uno stile di vita, anziché un rimedio temporaneo? accade che ci si prosciuga, e si fa fatica a fare tutto: il necessario e anche il superfluo, che - in quelle rare occasioni in cui ci si concede qualcosa di superfluo - sembra una realtà estranea, che mette persino a disagio anziché procurare gioia e sollievo.

si fa fatica persino a scrivere un post che descriva questa fatica.

se poi, in questo deserto, ci si mette anche in testa di leggere libri che parlano di fioritura personale, la faccenda suona quasi come uno sberleffo a se stessi. libro, peraltro, che mi sembra efficacemente ed involontariamente sintetizzato nella seguente descrizione (non è una descrizione...ma come si chiama quella frasetta che si mette a completamento del proprio profilo whattsapp??) di un mio contatto:

sei nato per essere felice. non distrarti.

lapidario, con tutta quanta la punteggiatura così come riportata.

Commenti

  1. Risposte
    1. non fa una grinza, corrisponde al genere del titolare della frase. io non credo a una maggiore inclusività data da utilizzo del femminile o,. peggio ancora, di simbolini fintamente neutrali. come non ambisco a essere chiamata avvocata.

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