sisu

i finlandesi hanno un segreto per superare tutte le avversità, dice la giovane premier sanna marin.

davanti alle difficoltà, ci si predispone a soffrire in nome di chi verrà dopo: il termine che riassume questo concetto è "sisu": un misto di stoicismo, resilienza, senso di responsabilità nei confronti delle generazioni future.

che poi, mi verrebbe da dire, è quel che si trovano quotidianamente a fare o pensare i genitori per i loro figli (o, almeno, questo dovrebbe essere); ed è quello che, sempre a mio sindacabile pensiero, normalmente succede in una famiglia degna di tale nome.

quel che manca da noi, però, è la dimensione collettiva del sisu: faccio tutto quel che posso, devo e anche di più per i miei figli, ma non mi importa un bel nulla dei figli degli altri e - forse - nemmeno dei figli dei miei figli, che paiono una dimensione troppo lontana perché sia importante curarsene (o, quanto meno, perché tocchi proprio a me curarmene).

non so, sono un momento di piccoli grandi sconforti... mi sento spesso impotente e incapace di difendere la mia famiglia, ove ve ne fosse la necessità: le generazioni future mi paiono un obiettivo titanico, ma indispensabile e non sacrificabile.

mi darebbe sollievo pensare che vi sia anche qui un sentimento di sisu, che non renda vani gli sforzi di chi - pur se individualmente- cerca di fare meglio che può, responsabilmente, in un'ottica di lungimiranza e cura degli altri.

invece, avverto sempre più di frequente una solitudine raggelante e una miopia sconfortante.

Commenti

  1. Noi, intendo la nostra generazione, stiamo pagando gli egoismi di quella dei nostri genitori. E non vedo miglioramenti, altro che sisu...

    RispondiElimina
    Risposte
    1. proprio per quel che stiamo pagando noi, sarebbe necessario non ripetere la stessa sequela di egoismi...

      Elimina

Posta un commento