it's over. and over again.

 capisci di essere arrivata in fondo quando la luce, verso sera, si fa di metallo e ti regala il nitido profilo della costa di fronte a te, e l'aria sottile ti ricorda a cosa serva quel pareo comprato ormai milioni di anni fa, che sdogani sempre e solo dopo il venti del mese. 

lo capisci quando le mamme degli ombrelloni vicini, esaurite da un'estate passata a marcare stretti i pargoli, decidono che ci si può anche dimenticare di loro per qualche lungo momento, per godersi le ultime chiacchiere con le amiche di sabbia che, verosimilmente, non rivedranno fino all'estate successiva.

lo capisci anche quando fingi di non vedere le occhiatacce dei bagnini che ti ronzano intorno e vorrebbero solo spedirti a casa velocemente per sistemare anche il tuo ombrellone; ma tu, invece, sotto quell'ombrellone, ti stai godendo uno dei miglior spritz della stagione, finalmente libera da afa e calura tanto che, come al solito da trent'anni, L. invoca il suo bicchiere di latte caldo post ferragosto al posto dell'aperitivo.

in questa estate, uguale a tutte le altre e in cui nulla è stato come prima, mi sono sentita sospesa, incerta, triste, arrabbiata, delusa, spaventata, impotente.

in questa nuova stagione che inizia, uguale a tutte le altre e in cui nulla sarà come prima, cercherò di sentirmi di nuovo io; di quale io sarò capace, però, ancora non lo so.

Commenti

  1. Ogni stagione nasce diversa, e rivela una parte sconosciuta di noi, che non credevamo di ospitare..

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    1. E' vero.
      c'è la curiosità di scoprirla, ma anche un po' di timore.

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