Se non puoi combattere il nemico, confondilo

Dove, però, mi viene il dubbio che quella da confondere sia io. 

Succede che (come ho già raccontato qui) da poco più di un anno la mia inarrestabile primogenita frequenti felicemente un ragazzo.
Procedono d'amore e d'accordo, hanno molti interessi comuni, sono in perpetua programmazione di cose da fare insieme.
Bene. Peccato che, appunto, la programmazione preveda anche vacanze (più o meno brevi) insieme.

Fino ad ora ho tergiversato, forte della (ancora per poco) minore età della fanciulla e del fatto che il suddetto cavaliere non avesse granchè frequentato casa mia, fornendomi la facile e fragile scusa del "non posso davvero mandarti in giro con uno che appena ho visto da lontano".

Detto, fatto. 
Il principe azzurro, incurante del chilometraggio che lo separa dall'amato bene, si presenta sempre più di frequente a casa nostra, dove pare trovarsi perfettamente a suo agio, per pranzi e pomeriggi di (speriamo) studio: uno di fronte all'altro sul tavolone della sala, circondati da libri, calcolatrici, biscotti e tazze di té.
Ieri sera, infine, si ferma a cena con decisione dell'ultimo minuto 
Felice e contento come se non avesse fatto altro nella vita, educato e socievole, ha spazzolato allegramente tutto quanto gli è stato proposto.
Dopodiché, i due sono spariti, con guide di Firenze e orari di Trenitalia alla mano, per programmare la famosa vacanza insieme.
E' più furba che bella, mi fa notare qualcun altro parimenti presente a cena, con sguardo tra il compiaciuto e l'incredulo.
Confusa, assento.



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