Lana caprina ne abbiamo?

Eccome, se ne abbiamo: ottima e, soprattutto, abbondante. Come usa dalle nostre parti, insomma.
Ultima (solo in ordine di tempo)  golosa occasione, l'apertura di Starbucks a Milano.
Evviva evviva, saltellano le mie figlie e tutti quelli come loro. Ma pure io.
Iattura e sacrilegio, chiosano acidamente i sedicenti difensori della madre patria e dei suoi tesori, pasta e caffè su tutti.

Ma come?! Finalmente troviamo qualcuno tanto visionario da investire in questo malcapitato Paese, e ci mettiamo a questionare?
Al di là della bellezza del locale, che per ora sono riuscita a vedere solo in foto ma che prevedo di frequentare quanto prima, al di là del fatto che la ristrutturazione del meraviglioso palazzo delle Poste avrà creato (penso, ma sono un po' ingenua quindi magari mi sbaglio) un discreto giro di lavoro per le imprese, oltre a qualche altro posto di lavoro (ma saranno certamente sottopagati, tranquilli... avrete comunque di che polemizzare), dove sta il vero problema?

Il loro caffè fa pena? Capisco, non bevetelo... continuate  ad andare nel caffè sotto casa.
In cambio, offrono mille altre cose che non mi paiono per nulla di qualità scadente, avendole varie volte sperimentate.
Forse un po' care? Probabile, ma credo che l'elenco di locali che fanno pagare eccessivamente ciò che propongono  possa annoverare ben altri nominativi nelle top ten.
In cambio, offre spazi di relax con possibilità di lavorare o semplicemente leggere o rilassarsi per tutto il tempo che si vuole, quando si è stremati da un lungo giro come turisti, oltre a bagni  puliti e accessoriati.
Siete mai riusciti a rimanere seduti in un italianissimo caffè per oltre dieci minuti dalla fine della consumazione senza essere guardati in tralice o senza che qualcuno vi chiedesse se voleste ordinare altro?
Credo di no, ma questo non ci impedirà comunque di continuare a frequentare il bar prediletto, pur in assenza dei tanti  servizi accessori, quando avremo voglia di un buon caffè italiano.
La presenza di Starbucks sarà un attentato alla nostra italianità e ci farà perdere la nostra preziosa identità nazionale o ciò che ne rimane? Penso di no, e se riusciamo a perderla per un caffè vuol dire che ce lo meritiamo.

Sono reduce da un meraviglioso weekend praghese con le ragazze.
Non si può dire che Praga sia (e, ancor di più, sia stata) la culla del capitalismo; ovviamente, convengo con chiunque che non sia neppure la patria del caffè.
Però, in centro città ho contato tre Starbucks, e ve ne sono diversi altri dislocati qua e là, oltre a quello dell'aeroporto.
Li ho ampiamente frequentati in questi tre giorni, per riprendermi dalle maratone a piedi e rifocillarmi (leggi: sollazzarmi di dolci, plum cake in testa); li ho apprezzati per tutti i motivi che ho elencato, e mi sono ben guardata dall'ordinare un espresso.
Che mi sono felicemente goduta, questa mattina prima del lavoro, al solito affezionato italianissimo caffè con le solite amiche.

Mi sfugge qualcosa?

Ah, giusto... magari potremmo farlo chiudere di domenica... non sia mai che la sua apertura aggravi la situazione delle nostre già traballanti famiglie. 

Commenti

  1. L'importante è polemizzare su tutto, anche sull'apertura di un bar. Che, detto fra noi, non vedo l'ora di vedere...

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  2. Ps: visto che ci andrai prima tu, mandami tante foto, plizzz

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    1. eseguirò. non appena si placheranno le code, che non ho voglia di fare.

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