Al rientro

Che poi siamo già rientrate da due settimane, ma non me ne capacito.
Forse perché quest'anno mi sembra molto diverso, come se mi stesse già sfuggendo di mano.

Loro sono grandi, troppo grandi. In perenne movimento, in cerca di stimoli, di persone da incontrare e di cose da fare (e li trovano, stimoli, persone e cose).

Hanno tempi rapidi, a cui talora fatico a stare dietro: rapidi nei pensieri, nelle decisioni e nelle azioni.
Ho lavorato sopra e sotto l'acqua per fare in modo che si sentissero grandi, sicure e indipendenti; e ora che questo aspetto si delinea con maggiore precisione mi sento un po' frastornata.

Forse perché capisco che perderò sempre più il controllo; forse perché realizzo che le mie vere ragioni di vita avranno sempre meno bisogno di me e so che sarà un altro vuoto faticoso da riempire.

Non che non fosse previsto, oltre che normale. Semplicemente, come tante cose, ti coglie di sorpresa nonostante le previsioni.

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