Accade di venerdì

Accade che sei un po' prima delle quattro di un venerdì pomeriggio di una settimana faticosissima.
Stai sistemando le ultime cose in ufficio perché vorresti davvero riuscire a scappare presto prima di decidere che odi senza rimedio il mondo intero.
Accade che l'implacabile telefono inizi a bombardarti con le ultime pessime notizie da Stoccolma, che consideravi fino a cinque minuti prima un angolo sicuro perché "chi potrà mai avercela pure con gli svedesi?".
Inizi a meditare che alla fine tutti ce l'hanno con tutti e forse nessuno sa nemmeno più perché, e questo è dannatamente triste oltre che spaventoso; ma non riesci nemmeno più ad essere tanto spaventata, e anche questo ti preoccupa.

Poi ti scrive un messaggio tua figlia, quella grande, che ti dice che ti ha inviato via mail il tema che ha fatto oggi a scuola sull'eutanasia e vorrebbe tanto che tu lo leggessi e le dicessi cosa ne pensi (oggi a scuola tema con il pc... ancora non si è ben capito come mai, ma l'esperimento è molto piaciuto perché ha eliminato la fatica di scrivere brutta e bella ed ha consentito svariate modifiche in corso d'opera, il che non è mai male).

Decidi di leggere subito il tema, così ti distrai un po' da tutto il resto.
E scopri, caso mai non te ne fossi ancora resa conto, che è diventata grande, e non solo perchè è una spanna più alta di te, perché va in giro da sola, mette bellissime scarpe con i tacchi o - se non stai attenta a custodire la carta di credito - prenota aerei e alberghi alla velocità della luce.

E' grande perché - lei come i suoi compagni, ovviamente- parla e ragiona di cose da grandi, in modo sensato e profondo, sereno ed equilibrato; ne parla concludendo che ogni Paese dovrebbe essere in grado di garantire ai suoi cittadini la miglior vita possibile, libera e dignitosa; e che questo dovrebbe comprendere senz'altro anche il diritto di morire in modo dignitoso.
In questo venerdì, che avevo fretta di concludere, mi trovo ancora qui.
Seduta alla mia scrivania, con un occhio alle news e l'altro ai suoi pensieri.
Riflettendo sul fatto che non ama particolarmente esternarli a voce, ma mi chiede di leggerli.
Magari finirà anche lei per aprire un blog.


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