De Ikea
Ecco, questo (o forse, più probabilmente, questa) è Alex, lo/la svedese con cui ho passato buona parte del mio week end.
Mi considero una veterana del montaggio mobili Ikea, di ogni specie, genere e dimensione.
Ma francamente stavolta ho scelto la peggio scrivania disponibile; forse che sono stanchissima e deconcentrata, forse che essere svegli di giorno se non si dorme di notte è più di un miracolo, fatto sta che l'ho montata e smontata un tot di volte prima di arrivare ad un risultato sensato.
Quindi, state all'occhio se vi viene in mente di portarvi a casa Alex, dall'aspetto ingannevolmente semplice e innocuo. Tra l'altro pesa un quintale e mezzo.
A parte questo, nel corso della fatica mi è venuta in soccorso Alice, con aria un po' di commiserazione ma con molta pazienza e una certa abilità.
Intanto che lei studiava il 30-passaggi-30 di cui si compone il fascicolo di istruzioni, pensavo a quello che ho letto non molto tempo fa, circa l'ora di empatia che si tiene nelle scuole danesi.
I bambini si raccontano i loro problemi e poi cucinano tutti insieme una torta al cioccolato, per sentirsi più uniti e solidali.
Ecco, pensavo che anche un'oretta settimanale di montaggio IKEA in team potrebbe funzionare bene come ora di empatia.
Insegnerebbe a risolvere problemi concreti, costringerebbe i fanciulli ad utilizzare logica e capacità di osservazione, e li renderebbe giustamente orgogliosi del risultato raggiunto insieme.
Magari conquisterebbero capacità spendibili anche a casa, in soccorso degli ormai stanchi genitori.
In uno slancio di vero ottimismo, mi vien da dire che per i più grandi potrebbe anche valere come alternanza scuola lavoro, così eviterebbero di vedersi proporre ore di pulitura gabbie al gattile, con tutto il rispetto per gatti e volontari.
Ma forse questo è davvero un ottimismo eccessivo ed ingiustificato.
Tempo fa, ho perso sensibilità alla mano destra tentando inutilmente di stringere le brugole della sorella (fratello?) bianca della tua.
RispondiEliminaNon fatico a crederlo
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