Come inizia un lunedì

Accade che, per ragioni che avrei volentieri evitato, talora mi trovo a dover dare corso a pratiche burocratiche tanto snervanti quanto inutili.
E meno male che, facendo l'avvocato, capisco vagamente cosa devo fare... ma questo non mi consola lo stesso.
Succede quindi che debba periodicamente produrre a vari organismi gli aggiornamenti (o meglio, i non aggiornamenti) del mio stato civile, non con autocertificazione - per carità- ma con "veri" certificati.
Stamattina mi faccio coraggio e decido di affrontare gli uffici comunali. Decisione non da poco, per essere un lunedì.
Arrivo dieci minuti dopo l'orario di apertura, prendo il mio bigliettino; ho davanti a me cinque utenti. Va beh, situazione umana.
Allo sportello è di turno una coppia di stranieri; da quanto capisco (la privacy prima di tutto... l'impiegato comunale li crede sordi più che stranieri e declama tutti i fatti loro), devono chiedere dei documenti per una bimba nata da poco. Il tutto sembra una questione senza soluzione, con i due ragazzi che aspettano pazientemente, noi in coda che aspettiamo con molta meno pazienza e il fantastico impiegato che vaga da una scrivania all'altra senza saper bene cosa fare.
Finalmente ce la fa, e chiama l'utente successivo.
Anche qui, con la solita discrezione, fa domande ad altissima voce, portando il problema del malcapitato cittadino a conoscenza di tutto l'ufficio. In aggiunta, tanto per essere utile, la signora che avrebbe il bigliettino successivo si alza, si affianca allo sportello e propone quella che secondo lei sdarebbe la soluzione migliore.
Viso che è arrivato qualcuno ad occuparsi della questione, il solerte impiegato si alza e va a scambiare due chiacchiere con una signora  che sta in coda alle carte di identità, si informa sullo stato di salute di amici e parenti e poi, con calma, torna al suo posto... mentre i due utenti allo sportello se la raccontano fra loro e cercano di uscirne.
Nulla di fatto... il povero signore riceve cortese ma fermo diniego e se ne parte con la coda fra le gambe e la notizia di dover dare corso ad una cinquantina di altri adempimenti prima di ottenere il suo sospirato certificato.
Ora tocca alla signora prodiga di suggerimenti, che tanto era già posizionata allo sportello da una ventina di minuti. Per fortuna, essendo tuttologa, sa bene cosa vuole e se la sfanga facilmente.
Non ci credo... tocca a me, visto che gli altri due utenti che mi precedevano hanno perso la loro prova di resistenza e sono scappati a gambe levate.
Non sono tuttologa, ma so cosa voglio, non concedo spazio a domande ad alta voce e - soprattutto - ho bisogno di una cosa alla portata persino del mitico impiegato (che nel frattempo ha trovato modo di scambiare altri convenevoli con almeno tre o quattro altre persone che passavano di lì).
Totale: 65 minuti; durante i quali ho stramaledetto ancora una volta il fatto di stare in un buco di posto dove tutti i granelli di polvere si chiamano per nome e si sentono in diritto di spiattellare i fatti tuoi in faccia a qualunque sconosciuto.
Così, tanto per iniziare di buon umore la settimana.


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